Amare tutto ciò che si fa è un esercizio mirabile, tra i più importanti della Chiave Puentes, calco di una chiave creata per illuminare le oscurità che spesso ci affliggono.
Oggigiorno il non sapere ci spaventa come il sapere troppo ci angoscia, e tutto ciò finisce spesso per avere il sopravvento, per avere il controllo delle nostre vite. D’altronde il piatto preferito dal nostro ego è il controllo, voler controllare tutto, la nostra immagine sociale, la nostra vivenza privata, come sembriamo, come pensiamo, il respiro, il cibo, controllare perfino gli attacchi di panico, non siamo liberi neanche di impanicarci. Esigiamo certi tipi di considerazioni che spesso ci portano a dover essere a tutti i costi anche ciò che poi non siamo.
Ma quale esercizio viene prima, il guardarci dentro per poter capire chi siamo veramente? O il capire chi siamo veramente per poterci guardare dentro? Entrambi.
Amici e Nemici miei, la felicità è un talento e non si misura in Tempo, ma in energia durante il suo esercizio. Infatti i tempi della coscienza e dell’illuminazione non seguono il tempo e lo spazio usati dall’uomo. Occorre esercitarsi a essere pronti, a essere predisposti e ben disposti, semina e raccolta richiedono impegno per dare frutti, così come la felicità non è un semplice sentimento, ma è una disciplina e dunque va allenata.
Occorre essere vigili, elastici, per sprofondare quotidianamente in uno stato di piena presenza coscienza, e non vegetare o aspettare invano, e lì non sempre vi è un prima ed un dopo, perché una rivelazione usa l’intuizione dei geni, e può manifestarsi in un attimo dopo tutta una vita,
o in una vita anche dopo un solo attimo.
E con questa riflessione vi saluto
I Minuti d’audio Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, a chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti.
Buon ascolto o buona lettura come preferite.
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