Damnatio memoriae
Abolitio nominis
Rescissio actorum
per i medici e politici responsabili durante il Covid.
In questi giorni visto le scoperte in merito alle menzogne relative ai dati Covid usate dalla politica a e dai massimi sistemi di controllo della sanità, molti invocano per costoro la “Damnatio memoriae” praticata al tempo dei romani, e a dire il vero anche dopo nel medioevo fino all’ inizio e metà novecento al tempo di Stalin per esempio, per dimenticarne le sue orribili gesta e tracce.
Ma di cosa si tratta? Al tempo dei romani nell’Urbe era una sanzione terribile e crudele che puntava alla cancellazione del ricordo del colpevole spesso tiranno o traditore dalla memoria collettiva, attraverso la “Abolitio nominis”, che consisteva nella cancellazione del “praenomen”, altro non era che il nome del casato/ famiglia perché non continuasse nella discendenza, dunque per non averne più memoria. E la “Rescissio actorum” ossia la cancellazione di tutti gli atti da questi compiuti mentre era in carica, quindi di tutte le sue azioni nello svolgimento della funzione sociale/pubblica.
Pur essendo innegabile lo scempio portato avanti durante la pandemia, sono assolutamente contrario a ogni forma di violenza e considero queste forme di sanzione al sapore di vendetta, come anche il sentimento dell’odio misure non ecologiche in quanto animicamente poco illuminate. Ritengo saggio infatti il contrario, ossia mantenere il ricordo di tutto ciò che hanno fatto, perché non si ripeta.
Un uomo d’altronde può scappare e scamparla da qualsiasi pena, ma mai, proprio mai può scappare da se stesso e dal male che ha compiuto e profuso.
Vi lascio con un illuminante passo del meraviglioso romanzo di Alexandre Dumas, che credo possa venirci in aiuto, il Conte di Montecristo, dove in punta di morte il prete e precettore ammonisce il futuro conte che gli dichiara le intenzioni di vendetta verso i suoi aguzzini, invitandolo a non commettere comunque mai il crimine per cui stava ingiustamente scontando la pena.
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