Tanti anni fa pur essendo molto piccolo ricordo che tornavo a casa da scuola da solo.. come anche ricordo bene che se avevo sete aprivo il frigo e mi prendevo l’acqua da solo.. e quando litigavo con i ragazzini dei quartieri cosiddetti “difficili” pur essendo figlio di papà me la dovevo cavare da solo..o andavo ai salesiani e alle partite da solo.
E quando l’allenatore dava la formazione e ci metteva in panchina non facendoci giocare anche per un intero campionato, noi piangevamo negli spogliatoi da soli o sostenuti dai compagni cercando però di fare di più per conquistarci un posto in squadra, perché l’allenatore era l’allenatore sia per noi che per i nostri genitori ed era lui che decideva..
Come anche ricordo come mi arrabbiai terribilmente quando i miei mi dissero “devi impegnarti in una cosa e farla bene e con costanza non puoi avere tutto, dunque scegli, lezioni di Calcio, o basket o Chitarra?”
Anche se c’era la possibilità infatti i miei non me la davano la possibilità di provare nel giro di due anni piscina calcio, basket, danza, ballo contemporaneo, judo e non finirne neanche uno.
No.., dicevano sei fortunato ma non puoi iniziare tutto e cambiarlo ogni volta che inizia la fatica o inizia il sacrificio altrimenti non potrai apprezzarne il valore, non potrai sviluppare determinazione, temperamento, resistenza alla fatica, o contare su te stesso, o sbagliare fragorosamente per riuscire dopo più facilmente..
Ricordo anche che il fine settimana, allora non lo chiamavamo weekend, ci si vedeva con i cugini o amici, palloni, biciclette e libertà di creare, nascondino ve lo ricordate, o acchiappa acchiappa, miffa etc. oggi i bambini li vedete forse giocare a miffa?
Mondi da noi resi totalmente virtuali dove inventavamo giochi di ruolo, castelli, dove le forze del bene sfidavano il male, i raggi gamma erano invisibili e li sparavamo dalle braccia e facevano il rumore laser più o meno potente sempre dalla nostra bocca.. quello era il nostro modo di condividere il nostro mondo interiore, le nostre attitudini, le nostre propensioni.
Ricordo anche che da piccolo non potevo alzarmi da tavola prima che avessimo finito tutti di mangiare, e non mi ricordo fosse previsto alcun tavolino a parte per mangiare davanti a boing o canali simili ipnotizzati..lobotomizzati.
E a tavola con i grandi e pur scocciandoci dovevamo ascoltare le loro conversazioni.. e alcune le ricordo ancora a dire il vero, soprattutto quella volta che durante una di queste a tavola improvvisamente invece di chiedere continuamente perché o che cosa volesse dire quello che dicevano i grandi, fui io a interrompere i miei con passione perché non ero d’accordo, ricordo lo sguardo di mio padre mentre sbucciava un’arancia, mi fissò negli occhi e fece un mezzo sorriso soddisfatto, credo fosse per dirmi che anche io ero cresciuto..
e ancora ricordo che alzandoci giocavamo con gli altri cugini o amici ma non potevamo gridare all’infinito così da costringere i genitori a gridare per ascoltarsi.. anzi se dicevo qualcosa che non andava o che era ritenuto da mia madre poco opportuno bastava che sgranasse gli occhi come avesse laser per disintegrarmi perché io capissi e mi arrestassi.. e se non bastava perché non capivo io mi beccavo una sberla di rovescio e loro un bravo e non certo una denuncia per violenza sui minori come oggi..
Sì qualche sberla, non erano tante ne bastava una e devo dire che ancora oggi alcune me le ricordo piacevolmente, perché mi fecero tanto bene, e non l’associai alla violenza, e non sono cresciuto violento, psicopatico, con istinti omicidi, anzi ricordo il perché associato alla lezione che avevo imparato e devo dire grazie a quel “quando ci vuole ci vuole” perché capii che per aver ricevuto una sberla avevo sbagliato più del soltio, era una misura non una ingiuria..
Ricordo anche che quando i grandi parlavano, i grandi erano grandi e non solo alti, e sarebbe stato inimmaginabile rispondere o insultare il maestro anche se troppo all’antica o veramente ingiusto e devo dire che capitava spesso, perché comunque io ero lo studente, ero più piccolo e i miei genitori mi dicevano che con o senza ragione al maestro non si doveva rispondere.. non a quel maestro intendiamoci ma a quello che lui rappresentava, perché secondo loro anche un insegnate poco saggio era riflesso di un insegnamento in sé, perché nella vita chi ti dovrebbe proteggere o insegnare non sempre sarà giusto e onesto e dunque anche lì l’abilità richiesta sarà doppia nel trovare comunque una via per il dialogo, anche con chi avrà il potere di farti tacere ingiustamente.
I miei mi dicevano “devi rispettare il rispetto per certe cose” che devono sempre venire prima di te, così avrai una misura per capire cosa è giusto fare e potrai scegliere con cura la misura per trasgredire, facendolo senza mai degenerare o far soccombere qualcuno.
Oggi di tutto quello che ho appena ricordato nulla sembra essere più valido e la cosa assurda è che non sono i piccoli o i figli a invalidarlo o a ripetermi che i tempi sono cambiati, ma proprio i miei coetanei, quelli che racconterebbero le stesse cose da me appena riportate..
La verità è che molti genitori moderni permettono ai figli di fare tutto per non sentirsi retrogradi loro per primi, .. e diventano competitori seriali e nevrotici già a partire dalle chat di gruppo delle classi, campioni e veri fenomeni ossessivi.. tutto il giorno con bip bip bip bip, vediamo che si dice in classe, cosa è successo, cosa succederà, ma è la classe di tuo figlio non è la tua classe.
Perché i genitori oggi non parlano più tra di loro, si inviano messaggi, hanno superato i loro figli, creano gruppi su gruppi, investigano sulle classi e sul background di ogni professore, tengono più alle votazioni del rappresentante di classe dei figli che alle elezioni del sindaco, perché dicono che ” loro devono stare tranquilli” . Ma tranquilli per cosa e su cosa? Vai e se cadi ti rialzi lo hanno sostituito con andiamo che così non cadi proprio.
Questo è il vero problema non riescono a convivere con le normali preoccupazioni, devono sedarle “ti do un telefonino così ti posso chiamare”, questo succede però quando vanno alle feste dei loro amichetti e non quando partono per il militare, ora cosa ci sarà mai di così pericoloso in queste feste, forse un overdose di Marshmallows o cosa?
I genitori dei figli moderni non hanno saputo affrontare il cambiamento tecnologico, sono rimasti a cavallo tra gettone cabina telefonica e Smartphone, hanno trasformato la continua possibilità di restare in contatto, quindi un vantaggio, nella paura di perderlo e non essere stati bravi genitori avendo poi rimorso se dovesse succedere qualcosa, si mettono alla prova continuamente evitando però di farlo realmente e infatti chiamano la loro inadeguatezza pericolo, oggi il pericolo è in ogni cosa.
Sono diventati dei voyeur professionisti, sono maniaci ossessivi, li seguono e appaiono ovunque mi ricordano mister X l’incubo dell’uomo Tigre che spuntava in ogni luogo.. mamme che sorvegliano gli allenamenti dei propri figli per ore senza aver loro fatto mai un minuto di sport nella loro vita.
I bambini di oggi alzano la testa quando fanno qualcosa in campo e cercano “l’ok sei bravissimo” non dell’allenatore ma della mamma che però ripete sempre lo stesso schema : “Amore Sei Bravissimo” ..
Genitori moderni che vivono nell’angoscia perché non sanno come spiegare che You tube o Facebook non sono la realtà reale, ma vie per mostrarsi in silenzio senza confrontarsi, e sono proprio come padri e madri moderni che creano apposta un netto distacco tra realtà sociale e socialità dei propri figli, hanno invertito tutto, immaginatelo come un Truman show che guarda la realtà.
E così anche infatti nei Social non si perde mai, in nessun caso perché al limite ti blocco, ti cancello, ti escludo, perché io sono il re e faccio io la mia società. Siamo dunque tornati al medioevo attraverso una finta tecnologia che non fa progredire i nostri figli, li allena ad essere più rapidi e lesti nei riflessi con i Tablet come avveniva e serviva ai guerrieri per cacciare i Mammut con le lance nella preistoria, ma non ricordo di aver visto recentemente un Mammut in città..
Viviamo con professori che sono castrati da programmi assurdi e sotto minacce continue di genitori che sembrano l’ispettore Kallagan: “attento a ciò che fai Professore perché ti denuncio”.
Una volta il pericolo stava fuori oggi è il professore, il compagno con il suo genitore persecutore, fan accompagnatore.. E se i figli devono andare da soli per strada per duecento metri i genitori di oggi controllano prima il percorso, valutano quante volte dovranno attraversare la strada, e l’orario del traffico per le macchine perché “con questi pazzi di oggi non si sa mai, meglio lo accompagno”..ma quali pazzi?
E se gli chiedi cosa fai domani loro ti rispondono con tutto il programma della settimana pieno di attività del figlio dove loro non esistono, non sono pervenuti, sono chaffeur, confessori, stilisti, rappresentanti con gli altri genitori, documentaristi specializzati dei loro comportamenti, ciò che provano, ciò che non devono provare, ciò che è meglio che non sappiano, perché e cosa stanno provando e in più loro oggi conoscono alla perfezione McDonald..
E se fai una domanda ai figli rispondono loro, oppure spiegano ciò che i figli hanno appena detto, perchè tu non sai i bambini di oggi hanno l’interprete dai 6 ai 12 anni.. però non sanno aprire una bottiglia da soli..
I bambini oggi neanche arrivano ad averla la paura perché la creano, infondono e intercettano i genitori per loro.
La verità è che i genitori moderni, non tutti chiaro, stanno creando generazioni di paurosi, insicuri, depressi perché pur di non stare a disagio loro li abituano ad avere tutto senza disagio, perché non saprebbero loro come affrontarlo, dunque niente confronto, sacrificio, partecipazione reale se non da loro controllata, o meglio camere psichedeliche con sedativi da 10 pollici chiamati Tablet “così almeno li teniamo buoni sotto controllo”.
Hanno creato recinti tecnologici, li hanno resi intoccabili, blindati come carri armati, serviti e riveriti come principi e re, e non importa il domani perchè sono bambini ora “e l’importante per noi genitori è vederli continuamente giocare felici”,
e beh forse vi dico che in fondo hanno ragione loro, perché dimenticavo che mentre noi non facevamo niente a scuola, ai bambini di oggi poveri assegnano davvero Troppi Troooppi compiti però..
E con questa riflessione vi saluto.
I Minuti d’audio Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
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