Amici e Nemici miei giù il capo! Anzi dovremmo dire: “Giù questi presunti capi”.
Siamo falliti! Ma per molti è meglio non dirlo perché ci sono le loro elezioni e a noi dicono che siamo il “bel paese”.
Sicuramente bello fuori, ma non certo dentro. Perché in verità siamo spocchia senza sostanza, ormai siamo apparenza senza valore perché sudditi dell’ipocrisia senza coscienza.
L’importante è annunciare una ripresa economica che mi ricorda un po’ le foto dei poveri desaparecidos in Mexico appiccicate ovunque nelle Metropolitane, e nessuno sa che fine abbiano fatto.
Oppure è importante per le coscienze pulire i giardini o pitturare le finestre per dare una “Rinfrescata”, il giorno in cui è prevista la visita del Presidente della Repubblica, oppure ordinare per un solo giorno contro gli altri 364 dell’anno, i carnai di turisti lasciati sotto il sole e senza servizi a Pompei che fanno la fila per entrare, sembrano dover entrare all’inferno. Siamo al paradosso!
Ci impegniamo a salvare la faccia con il Presidente della Repubblica o il primo ministro che ci vengono a trovare ma non con noi stessi, bloccando città, traffico, scuole, onorandoli come star con guardie, saluti, fasce, e salamelecchi, come se non fossero loro a gestire malamente tutto questo o non fossero loro a doversi vergognare nel vedere come stiamo messi, come se non dovessero essere loro a non venire da noi per non potersi giustificare con noi, piuttosto che noi a sistemare falle ataviche facendo finta che tutto vada bene.
Citerò un altro mio articolo: “l’Italia è un paese distrutto. Diciamo la verità abbiamo avuto e abbiamo in corso una guerra, una guerra silente però perché non distrugge palazzi ma la nostra anima, usando bombe che a tappeto in ogni sostrato sociale stanno annichilendo la cultura che avevamo, ciò che abbiamo imparato e costruito nel tempo, ossia la civiltà.
Abbiamo un’implosione verso sistemi primitivi, obsoleti, siamo a ridosso del paradosso, abbiamo fatto della Tangente e della mazzetta la tecnologia per progredire e andare avanti senza sforzo. Persino i detentori della cultura come alcuni professori universitari sono diventati i mafiosi del sapere chiedendo in cambio un corpo per ogni esame, con però un prezzo altissimo da pagare, perdere la dignità.
E’ triste ma siamo tornati al baratto di cose perché la cultura intellettuale degli italiani è un pezzo introvabile come le opere di Leonardo o Picasso, le troviamo solo nelle accademie, mentre il popolo baratta beni spazzatura, va in cerca di metalli e pietre preziose, oro e monete, ci stiamo contorcendo su noi stessi. Abbiamo fatto fallire perfino l’Alitalia, con le nostre bellezze, clima e arte neanche a farlo apposta potevamo riuscirci. Sarebbe come dire che il miglior pasticcere del mondo muore per carenza di zuccheri o perché non sa fare il Tiramisù.
Campioni, Campioni, Campioni! Diceva una volta qualcuno. Ma di cosa?! Di cecità forse!
Sì è vero, eravamo geniali, inventori, scopritori, viaggiatori, lo siamo ancora ma solo all’estero dove riescono ancora a capire il valore del cervello ed il gusto dell’anima artistica. Ma adesso in Italia cosa siamo?! Abbiamo perfino i direttori dei musei e siti archeologici stranieri perché in Italia non è più credibile trovarne qualcuno. Siamo ancora dei campioni ma solo di spocchia, venduti ai calzoncini dei calciatori con una partita al giorno per ogni giorno di disoccupazione, e con un sedere di velina per ogni posto di disoccupato, e così che ci tengono occupati e ci danno da fare.
Udite! Udite! Il sistema paese Italia è fallito. Assurdo?! Disfattista?!
No, è invece possibilissimo se si è inetti al comando, ma netti nell’incapacità di organizzare, se si è vanitosi, e soprattutto se non si ha voglia di imparare e mettersi in discussione. Un bagaglio culturale è una strada illuminante e non può diventare un peso che ci rallenta.
Sentirsi sempre e comunque migliori solo perché nel passato c’erano certi italiani che hanno fatto la nostra gloria, senza voler guardare oltre e capire che siamo rimasti indietro, che non ci siamo accorti che da tempo siamo in svendita è una febbre che ci sta logorando e distruggendo.
Smettere di comprendere che le differenze servono a migliorare, fanno di un bel paese, libero nel passato di meravigliare, un vanto per un passato che oggi serve solo come uno specchio in una prigione, serve a sistemarci o ammirare ciò che non siamo più, perché per quanto belli e vestiti bene una volta imprigionati nel nostro passato non abbiamo proprio più dove andare.
E con questa riflessione vi saluto.
4 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata “Giù il capo arrivano i Rottamatori” è opera di stefania boemi.
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