L’articolo di questa settimana trae spunto dall’ennesima domanda da parte di un lettore, che mi chiedeva se fossi un life coach e se le esperienze presentate nel libro e nel sito della chiave puentes mirassero a far diventare i numeri uno, un guru, o fossero corsi di leadership, coaching, motivatori, mental coach, e chi più inglesismi ha più ne metta.
Intendiamoci io credo che ogni cosa, anche un corso dal nome straniero, se fatta bene e a fin di bene possa comunque apportare del bene, ma credo che oggigiorno si sia persa la misura e che si cerchi in tutti i modi di essere ciò che non siamo e che a mio personale parere, forse non dovremmo neanche essere.
Ora premesso che anche certe teorie abbiano delle positività e che anche con la Chiave Puentes si possa migliorare, o riscoprire i propri talenti nel tentativo di creare ponti comunicativi con se stessi, è vero però che questa non è l’anima o l’ispirazione che ne ha dato origine, non si punta a essere qualcosa che non siamo a tutti i costi, anzi l’obiettivo è di sparire come ego diventando essenza del genere umano, partecipando al bene comune. Un percorso sì umanistico, ma dove non abbiamo al centro l’uomo come ego, ma questi in armonia e nel rispetto del creato, che cerca illuminazione interiore e non certo di stare sempre un riflettore esteriore.
Nel voler essere i numeri uno, famosi, ricchi, potenti, anche se non è la mia massima aspirazione non vedo certo nulla di male, e anzi spesso è cosa sicuramente utile e può aiutare a crescere, ma troppe volte però ravviso prima di tutto quello che è più di una sana e lodevole ambizione, ossia una spregiudicata frustrazione, una contorsione, un’esagerata convinzione, che crea falsi miti, che dissemina indifferenza, spesso dopamento per poter raggiungere la vetta.
Eccovi dunque, fatte le mie premesse, la mia domanda, ma in tutto questo credere in se stessi, in questo topping o meglio forse doping da autostima, in questo mito del proprio racconto dove il vestito quotidiano è quello dell’auto marketing, il dover primeggiare, convincere, sedurre, competere solo per vincere.. oppure ostentare la palma della vittoria.. in tutto questo l’anima che fine ha fatto..la nostra anima dove è finita?
E’ proprio per quanto detto che mi tengo lontano da certe nomenclature che sinceramente, non mi appartengono, e anzi a volte mi annoiano e mi lasciano perplesso, perché creano finzioni, credenze, tendenze, e che spesso finiscono con il distruggere chi vi si rifugia, che crede di dover mostrare e dimostrare qualcosa prima ancora di esserlo, e che a volte sfocia in frustrazione, attacchi di panico, depressione dovendo fare i conti poi con ciò che in effetti non si è veramente.
Dunque ho voluto prendere un pezzo di un mio libro, dove Juan con la voce dei suoi emopensieri affronta ogni giorno questa società fatta di numeri uno, di guru, di leader, e ringrazia qualcuno .. un genere di uomini, quelli da lui chiamati i “Primi”.
Tratto dal libro di Conce. G. Scardaci
Juan Tra i suoi Pensieri, proiezione catartica JUAN
Secondo te
Grazie a questi insopportabili esseri, i Primi,
che sono sempre dopati da concorrenza e competizione,
e mi hanno avvelenato l’esistenza,
e per questo li voglio ringraziare:
Grazie a coloro che pensano per Primi,
A coloro che Prima ancora di parlare sono Primi,
A coloro che ridono per Primi,
A coloro che hanno scoperto per Primi,
A coloro che quando vincono, proprio sul traguardo, prima
di tagliarlo, girano la testa di un tanto, per dirti che sei arrivato solo secondo.
Grazie a coloro che dello studio hanno fatto il loro Primo sentimento,
A coloro che Prima di tutto ti hanno catalogato,
A coloro che ti hanno messo Primo nella loro lista,
A coloro che prima di cucinare hanno un Primo in testa,
Grazie a coloro che intanto lo hanno fatto per Primi, dicendoti: “Sai non si sa mai”.
Grazie ai Primari,
e a coloro che parlando per Primi pensano di poter primeggiare,
A coloro che ti dicono subito dopo “Ma io te lo avevo già detto Prima”..
A coloro che per Primi hanno avvelenato il romanticismo, assassinato la dignità,
scippato la spensieratezza dicendoti che Prima vengono altre cose più importanti.
Grazie a coloro che essendo tu diverso, per Prima cosa ti hanno rinchiuso.
A coloro che mentre piangi a dirotto, Prima di tutto hanno pensato di darti un fazzoletto.
E grazie infine a coloro che per tutta la tua vita per il tuo compleanno, hanno spento le candeline della tua torta Prima di te.
Ma forse anzi sicuramente non sarò stato il solo a pensare quello che ho appena scritto,
ma di una cosa sono certo e fiero che sicuramente non sarò stato il primo.
5 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” Leader, Mentalista, Mental coach, o Pinocchio dove vai? ” è opera di Tiziana Russo
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