Ricondivido questo video articolo che ho pubblicato a Giugno 2023 perché ahimè è sempre attuale, nulla è stato fatto, la pena cari governi serve all assassino e a noi testimoni, alle donne serve la cura.
Altra giovane anima stroncata dalla violenza di un Lui, killer finale, ma anche molto da una Lei complice e mandante “la struttura culturale, sociale, politica Italiana.”
Meccanismo collaudato.
Ennesimo caso ” Scomparsa Fuga Omicidio” per i media ottimo boccone da share bulimico buono fino al prossimo, e intanto muoiono anime. Lacrime, social foto della povera vittima con frase tristi delle donne momentaneamente sveglie solidali e poi?! Cosa si è imparato, cosa si è fatto? Nulla!
“A me non succederà!” “Lui è diverso, mi ama è un bravo ragazzo” “È geloso perché mi ama” “non è violento mi minaccia solo a parole”.
Amiche e amici miei c’è da tempo un’altra guerra oltre quella in Ucraina e in Palestina, che si vede solo con i TG, quella delle donne uccise dal/a lavoro e/o dal compagno e purtroppo da se stesse impreparate sul come agire, impegnate fin da piccole al culto della principessa modella o cenerentola.
Il principe azzurro purtroppo e non solo ultimamente è sempre più attore horror Belva votata al rosso sangue delle vittime.
La donna deve fare i conti con se stessa, scegliere cosa vuole fare davvero, perché questa società così non farà nulla per lei, perche è votata ai suoi accessori compresa lei come tale, più che al cambiamento reale.
Non servono solo scarpe e panchine rosse diventate ennesimo sedativo spot vetrina. Fatta la panchina e comprate le nuove scarpe rosse ci siamo anche noi e stiamo lottando, ma dove?
Certo un bel gesto come “quel galante ma deleterio detto “Le donne non si toccano con un fiore” e va benissimo, ma intanto se invece le toccano che facciamo?
Servono “piazze di donne che blocchino il paese” ore di formazione, programmi educativi in ogni sostrato palazzo strada e infine anche canale TV. Ma quando però?
Non ci sono reali istruzioni, modalità, che consentano il cambiamento dal basso, dove nasce cresce e si sviluppa il problema.
Il problema è “sociale”.
Si continua a parlare del femminicidio come un problema delle donne, questo è l’ ennesimo errore di visione di genere.
Il problema è della società tutta. È prima educativo e solo poi giuridico.
Cosa devo notare, cosa devo fare, chi chiamare, con chi condividerlo? Chi mi aiuta, Come, e soprattutto in quanto tempo? Parenti e amici cosa devono fare?
Le giovani donne si muovono isolatamente.
E non scordiamo anche che i maschi Italici, vengono educati da altre donne che spesso fanno dei Figli dei divi, iper protetti e intoccabili, cresciuti come re al motto “è mio figlio ” e perfino quando questi uccidono o stuprano li difendono o attaccano le altre donne subdole tentatrici che hanno giocato sulle loro debolezze falliche. Questo è un importante ritratto sociale.
Il cambio culturale richiede tempo e non solo leggi è vero, ma occorre seminare. Una vera rivoluzione è possibile con un gesto d’ inizio forte bloccando il paese, paralizzandolo a oltranza, un’ occupazione civile che serva a prenderlo per il collo cambiandone la direzione che chiaramente poi nel tempo produrrà i suoi frutti.
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