Oggigiorno la concorrenza nel mondo lavorativo è sempre più qualificata e votata al raggiungimento di alti risultati nelle performance.
Qualunque attività umana, volta al raggiungimento di un determinato obiettivo richiede impegno.
Quest’ultimo appunto può esprimersi sotto diverse modalità e aspetti, che coinvolgono psico-fisicamente l’individuo chiamato a compierlo.
Ma l’impegno da solo spesso non basta, infatti bisogna strutturarlo e sistematizzarlo attraverso l’allenamento e organizzazione che sfoceranno in un esercizio continuo volto al miglioramento.
La filosofia manageriale della Chiave Puentes, che guarda con attenzione al kaizen orientale, ossia la via del miglioramento costante, che è poi stata la base e l’ origine filosofica del Toyotismo nei suoi aspetti migliori almeno, definisce questo esercizio, l’ impegno con le tre D, dove si richiede un coinvolgimento totale della persona chiamata al lavoro:
Determinazione, Dedizione, Disciplina.
La Determinazione è molto legata infatti all’aspetto mentale e caratteriale, e senza la volontà accompagnata dalla tempra per compiere un esercizio, non vi può essere un reale impegno, ben focalizzato e chiaro nei contorni, termini, confini, dunque un risultato positivo.
La Dedizione coinvolge molto oltre la volontà di fare, anche la passione nel fare, l’intimo desiderio, dunque è pathos, empatia, amore, in ciò che si fa, che funge da benzina, dunque è la sfera del sentire molto coinvolta.
La disciplina è fondamentale perché senza metodo, senza struttura, orari, ore, durata, modulazione intensità, o ripetizione, dunque in sintesi programmazione e capacità di registrare dati e risultati nel tempo, agiremo disordinatamente e senza possibilità monitorarle
Senza una delle tre D, avremo performance che potranno anche essere buone, ma che difficilmente potremo ripetere, ripercorrerle per migliorare gli errori o i margini.
Difficilmente saremo capaci di mantenere nel tempo quando stanchi, oppure di sostenere la frustrazione degli errori che commetteremo, debacle, cali di performance nei risultati, o rispondere con forza a possibili sonore sconfitte rispetto alla concorrenza.
Non importa l’ambito, sia esso sportivo, professionale, come anche privato nel suonare uno strumento musicale, se fisseremo un obiettivo, l’azione che svolgeremo diventa prestazione, una performance.
Ciò comporta che vi sia una immersione e partecipazione pressoché totale di chi è chiamato a compiere l’ esercizio.
Nel caso del manager per esempio, questi è chiamato a svolgere il suo ruolo quasi sempre con ritmi elevati, con molte responsabilità, onori e oneri, coordinare più persone o dipartimenti, fronteggiare le più svariate casistiche legate a svariate problematiche e spesso sotto molto stress, dunque ancora di più è richiesta la cura e struttura della performance.
Come vediamo nel caso del video, l ‘atleta che è stata sconfitta nel 2023, cade proprio davanti al traguardo. Perdendo addirittura non solo il primo ma anche il secondo posto, e solo per un incidente, ossia per essere inciampata.
Dunque ha rovinato l impegno di molti mesi, forse anni di preparazione in un solo attimo.
Voi come avreste reagito?
Molti avrebbero abbandonato, si sarebbero arresi o magari avrebbero perso motivazione, forza, impegno.
Invece lei è tornata a gareggiare l’anno successivo ed ha vinto.
La chiave di tutto sta nel messaggio, ed è nell’applicazione dell’esercizio ben guidato e strutturato dunque sull’esercizio delle tre D indicate e coltivate nella filosofia manageriale della Chiave Puentes.
Dunque ogni performance nasce e si fonda su:
Determinazione, Dedizione, Disciplina.