Occorre aprire gli occhi e per farlo dobbiamo chiamare le cose con il loro nome.
Troppo spesso ci ostiniamo a vivere ciò che non esiste, amiamo un ricordo, una convinzione, dunque non viviamo. Diventiamo ciò che vogliamo vedere, amiamo ciò che ci piace sentire, e crediamo a cosa decidiamo di amare, mentre chi amiamo, lì fuori, ci ha già abbandonato da tempo. Godetevi il racconto!
UNA ROSA AMARA.. il vuoto che resta
Quel che mi resta è una Rosa. Quelcheresta mi ha tolto tutto, mi ha strappato dalle mani persino il Niente.
Mi siedo, rallento, e poi mi fermo così da attendermi.
Mi chino verso il mio Animo e provo a svuotare a Due Mani il mio Sopportare.
Una Mano invisibile mi stringe il Petto, afferra la maglietta del mio Pudore, e mi scuote dando peso al mio Respiro, che intanto rimane schiacciato da se stesso.
I miei Occhi umidi hanno sceso di corsa le scale del mio Viso e si sono seduti a lato del mio strano vicino, l’Aver Compreso. Hanno scelto di dare le spalle alle mie Parole e al mio Saper Piangere.. cercano silenzio e fuggono da tutto ciò che si muove tra loro e l’orizzonte delle loro Emozioni.
Fuggono la traversata dei Ricordi.
Intanto Quelcheresta sembra di vetro, .. sosta lì accanto a me, e mano sotto il mento, fa delle smorfie con la bocca e mi guarda. Poi avvicinandosi con la Vista, mi osserva e mi attraversa come fosse aria gelida.. Comprendo bene che esso è ancora una parte di quello che Amavo, e che per quanto io faccia, non posso arrestare la mia scellerata voglia di subirlo..
..E per quanto possa sembrare assurdo, tutto ciò non mi fa stare male, anche se delle volte mi faccio schifo.
Nel frattempo la Verità è venuta a confidarmi che quel che vedo dinanzi è Quelcheresta e non è più l’Amore che conoscevo prima, non può più esserlo.. e mi implora di arrestarmi subito, prima che sia troppo tardi..
Ma io che posso farci..
Mi giro per dare un’occhiata verso Amare e Odiare, ma sono già andati via, non avevano più senso lì, si sono confusi tra le emozioni comuni della gente.. ora entrambi vivono come una goccia d’olio in un bicchiere d’acqua e fluttuano impotenti.
La diversità di Quelcheresta .. Somiglia sempre più alla Rosa che mi hai lasciato, una Rosa perfetta, una Rosa nuova, inodore, incolore, ma unica e speciale, perché ha del sapore, ha del sapore solo per me, infatti solo per me, è una Rosa amara.
..Mi giro e abbasso lo sguardo verso il mio Disagio, che ormai cresciuto e maturo, ostinatamente innaffia di sudore le mie mani. .. E non basta a non tradire il mio quotidiano Sentirmi inerme, impastata e fuori posto.
Quelcheresta intanto si avvicina e mi afferra dal bavero del mio Profondo, mi tappa la Bocca e mi ruba il Respiro.
Stordita da un Odore insopportabile, l’odore della mia Ansia, non so cosa fare e mi ripeto senza una Lacrima che abbia un coraggio per fiatare, che mi metterò a scavare.
Scaverò un profondo Silenzio così da tuffarmici dentro e sotterrarmi.
Quelcheresta delle volte mi fa vergognare, è un qualcosa di durissimo che macchia e che dura.. come delle volte dura stupidamente in noi, la sciocca Convinzione di poter cacciare un qualcosa che invece, a nostra insaputa, ci ha già lasciato chissà da quanto Tempo. Così come non si può accettare, che ci manchi una Cosa Così.
Così come allo stesso modo è fottutamente duro, ricevere una Rosa, una Rosa come te.
Una Rosa seppur bellissima senza odore e senza colore,
Una Rosa che seppur perfetta.. è unica proprio per me, perché per me e solo per me ha del sapore.
..Una Rosa Amara è Quelcheresta..
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