“Le ho detto sempre solo quello che si poteva, e non certo quello che era o avrei voluto e dovuto, perché così ero certo che avrebbe fatto meno male..”
Ogni giorno manteniamo silenzi e siamo convinti di farlo per mantenere la pace con noi stessi o i nostri cari, i vicini di casa o colleghi, ma siamo stolti anche solo nel pensarlo, perché quello che è evitato oggi, che scorre in segreto perdurante, o è mantenuto nascosto alla superficie, intanto in profondità cresce un mostro che diventa potente come un gigante, proprio come un piccolo iceberg, la cui punta nasconde montagne.
Chi ha mentito per il bene di qualcuno, chi ha evitato per il bene di molti, di qualcun altro o di qualcosa, chi non ha detto la verità anche se a fin di bene, o peggio perché non conveniva alla ragione dello status quo, sappia che il tempo non solo usura, ma è il più spietato degli usurai, e prima o poi immancabilmente ci presenta il conto che abbiamo accumulato con le nostre azioni.
Non dire la verità, tacere, soprassedere, è una buona misura ma non può essere l’unica, d’altronde dal caos nasce l’ordine, dalle rivoluzioni l’evoluzione, come per la vita di un figlio occorre un parto con travaglio e dolore. Far finta di nulla non cancella la realtà, ma genera famiglie, amicizie, coppie che si sfasciano per non aver voluto vedere o dire, la prima, la seconda, la terza volta, o solo quando andava detto, o per non aver voluto dare peso a ciò che tutti sapevano ma che nessuno osava dire.
Ecco una meravigliosa frase e misura che io adoro: “DARE PESO”.
Chi ha mentito per il bene di qualcuno, chi ha evitato per il bene di molti, di qualcun altro o di qualcosa, chi non ha detto la verità anche se a fin di bene, o peggio perché non conveniva alla ragione dello status quo, sappia che il tempo non solo usura, ma è il più spietato degli usurai, e prima o poi immancabilmente ci presenta il conto che abbiamo accumulato con le nostre azioni.
Non dire la verità, tacere, soprassedere, è una buona misura ma non può essere l’unica, d’altronde dal caos nasce l’ordine, dalle rivoluzioni l’evoluzione, come per la vita di un figlio occorre un parto con travaglio e dolore. Far finta di nulla non cancella la realtà, ma genera famiglie, amicizie, coppie che si sfasciano per non aver voluto vedere o dire, la prima, la seconda, la terza volta, o solo quando andava detto, o per non aver voluto dare peso a ciò che tutti sapevano ma che nessuno osava dire.
Ecco una meravigliosa frase e misura che io adoro: “DARE PESO”.
Dare peso alle cose non vuol dire appesantirsi, ma valutare, capire, dosare e dunque affrontare ogni situazione cercandone non una misura giusta, ma la sua giusta misura. Infatti se non vi è una misura che vada bene per tutte le cose, non si deve neanche sempre adattare la verità alle cose, piuttosto si dovrebbero adattare le cose alla verità. Bisogna assolutamente dire la verità.
Quotidianamente il sindaco del nostro vissuto, il Quieto vivere, mette su una nuova fabbrica, che produce un prodotto sano quando servito con misura, ma tossico quando coltivato a dismisura, un prodotto chiamato: “Evitiamo di.. per amore di..” .
Fabbriche di crisi, litigi, separazioni al gusto dell’odio, esplodono ogni giorno per questi straordinari stilisti amati dal nostro Quieto vivere, “Amor di pace” e “Cambierà”, che invece non cambieranno e perché dovrebbero se non gliene diamo motivo.
Viviamo scontri e violenze intime e pubbliche per non aver voluto dare peso ai chiari segnali che ci mostravano palesemente in che direzione stavamo andando, cosa era giusto dire, fare, e persino sfasciare. Situazioni che ci dicevano che avremmo dovuto cambiare, perché la pace che avevamo scelto ieri era quella che dava la pappa alla guerra di oggi, domani e dopodomani, una pace inutile come la dieta tra gli affamati.
Bisogna essere pronti anche persino a rompere qualcosa se veramente vogliamo fare bene al bene e non alla nostra momentanea comodità.
Tranquillità non è sinonimo di serenità, e se è giudizioso il detto che ci dice che a volte è meglio evitare, ve n’è un altro meno bravo nell’eloquio, dallo scarso consenso tra i saggi e gli ambasciatori, quel coraggio chiamato irresponsabile che ci dice ” Ora basta, e come finirà si racconterà”.
Quotidianamente il sindaco del nostro vissuto, il Quieto vivere, mette su una nuova fabbrica, che produce un prodotto sano quando servito con misura, ma tossico quando coltivato a dismisura, un prodotto chiamato: “Evitiamo di.. per amore di..” .
Fabbriche di crisi, litigi, separazioni al gusto dell’odio, esplodono ogni giorno per questi straordinari stilisti amati dal nostro Quieto vivere, “Amor di pace” e “Cambierà”, che invece non cambieranno e perché dovrebbero se non gliene diamo motivo.
Viviamo scontri e violenze intime e pubbliche per non aver voluto dare peso ai chiari segnali che ci mostravano palesemente in che direzione stavamo andando, cosa era giusto dire, fare, e persino sfasciare. Situazioni che ci dicevano che avremmo dovuto cambiare, perché la pace che avevamo scelto ieri era quella che dava la pappa alla guerra di oggi, domani e dopodomani, una pace inutile come la dieta tra gli affamati.
Bisogna essere pronti anche persino a rompere qualcosa se veramente vogliamo fare bene al bene e non alla nostra momentanea comodità.
Tranquillità non è sinonimo di serenità, e se è giudizioso il detto che ci dice che a volte è meglio evitare, ve n’è un altro meno bravo nell’eloquio, dallo scarso consenso tra i saggi e gli ambasciatori, quel coraggio chiamato irresponsabile che ci dice ” Ora basta, e come finirà si racconterà”.
Chi non si schiera Amici e Nemici miei, pensando di..
Chi non denuncia credendo che..
Chi non si espone e rimane dietro a sussurrare per non dover pagare qualcosa,
dovrebbe prendere coscienza che non intervenendo sulla realtà, ha deciso comunque di schierarsi e di non cambiarla, e non sarà certo imparziale, quella è un’altra cosa.
Imparziale nel giusto è “Non essere di parte” e “Non certo non prendere parte”, dunque è proprio il contrario del mantenersi fuori, quello è Vigliaccherometro.
Dunque coraggio e raccontiamo questa benedetta verità.. diciamo come stanno le cose..
Una vecchia donna abitante di una giungla, un giorno mi regalò una frase, mi disse: ” io sono timida, appartengo allo scorso secolo, e sicuramente non vedrò il prossimo, ma ti dico una cosa che sono certa ti aiuterà in ogni tempo, “fai di tutto per raccontare la verità, e quando hai un peso o una paura i cui interessi non solo crescono ma ti tormentano, conta tre respiri: “uno, due tre” e sputala fuori”.
Quando verranno le tue convenienze e paure con le mani in testa gridantoti sconvolte: “Ma cosa hai fatto, sei un pazzo” sarà troppo tardi perché ormai sarà scoppiato il futuro che hai scelto di cambiare.
Il modo di dire “Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine”, è molto più di un semplice detto, è fisica, è un’unità di misura, un vettore e una vettura verso il giudizio, uno specchio di straordinaria virtù.
Chi non denuncia credendo che..
Chi non si espone e rimane dietro a sussurrare per non dover pagare qualcosa,
dovrebbe prendere coscienza che non intervenendo sulla realtà, ha deciso comunque di schierarsi e di non cambiarla, e non sarà certo imparziale, quella è un’altra cosa.
Imparziale nel giusto è “Non essere di parte” e “Non certo non prendere parte”, dunque è proprio il contrario del mantenersi fuori, quello è Vigliaccherometro.
Dunque coraggio e raccontiamo questa benedetta verità.. diciamo come stanno le cose..
Una vecchia donna abitante di una giungla, un giorno mi regalò una frase, mi disse: ” io sono timida, appartengo allo scorso secolo, e sicuramente non vedrò il prossimo, ma ti dico una cosa che sono certa ti aiuterà in ogni tempo, “fai di tutto per raccontare la verità, e quando hai un peso o una paura i cui interessi non solo crescono ma ti tormentano, conta tre respiri: “uno, due tre” e sputala fuori”.
Quando verranno le tue convenienze e paure con le mani in testa gridantoti sconvolte: “Ma cosa hai fatto, sei un pazzo” sarà troppo tardi perché ormai sarà scoppiato il futuro che hai scelto di cambiare.
Il modo di dire “Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine”, è molto più di un semplice detto, è fisica, è un’unità di misura, un vettore e una vettura verso il giudizio, uno specchio di straordinaria virtù.
Per cambiare le cose bisogna scegliere di agire, di dire, di intervenire, di schiacciare il tasto rosso chiamato “Ho paura e ora chissà cosa succederà” prima che sia troppo tardi per farla succedere questa verità.
Le cose sono quel che sono e non quelle che vogliamo che sembrino, sono frutto di ciò che scegliamo.
Le cose sono quel che sono e non quelle che vogliamo che sembrino, sono frutto di ciò che scegliamo.
Concludo, raccontando la storia di quel piccolo elefante che subì per molto tempo i capricci di un giovane uomo che lo picchiava violentemente. Un giorno, dopo molti anni, durante un’esibizione un uomo venne inspiegabilmente schiacciato e ucciso da un grosso elefante che come impazzito lo aveva caricato senza apparente ragione. Questa fu la notizia riportata dai giornali del tempo, e chi avrebbe potuto dire che le cose non fossero andate così, quella era la verità.
Ma a voi però che sapete la storia domando: “Ma era veramente solo un elefante impazzito?!..”
E con questa riflessione vi saluto.
La verità però non può attendere per sempre.
I Minuti d’audio Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Ma a voi però che sapete la storia domando: “Ma era veramente solo un elefante impazzito?!..”
E con questa riflessione vi saluto.
La verità però non può attendere per sempre.
I Minuti d’audio Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
La foto in evidenza è un quadro opera di Ghagall, Gli Amanti in Blu.
Il blu, per Chagall, sembra essere il colore dell’attesa ma anche l’involucro notturno in cui si dipana il sogno.
https://www.dailybest.it/art/opere-marc-chagall/
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