Questa settimana un uomo anziano e saggio mi ha posto una domanda molto interessante: l’amore non è una forma di egoismo?! E poi qual è la differenza tra amare e voler bene.
Nella stessa giornata una madre durante una chiacchierata ha contestato questa mia frase : “L’amore quando è educato è elevato, eccelso, illuminato!”, questa mi diceva che “l’amore è amore e basta, è incondizionato e se è vero amore non può avere educazione”.
Domande o affermazioni apparentemente molto differenti che invece in me trovano un’ unica direzione, il bene.
Infatti non è vero che l’amore è amore e basta, come è vero anche che l’amore possa essere l’investitura più eccelsa, se vogliamo la magnificenza dell’ egoismo.
Occorre far chiarezza. Avrei potuto prendere come esempio qualunque tipo di amore, ma ho preferito scegliere quello incondizionato o se volete più egoistico, quello di una madre che ama il proprio figlio, o meglio dovrei dire che ama se stessa attraverso l’amore che prova per lui.
In questo caso infatti il desiderio di culminazione dell’amore di una madre e le sue modalità nel realizzarlo, sono al centro del suo stesso amore/desiderio, dunque il sentire della madre viene incondizionatamente prima di tutto, e inconsciamente spesso anche del figlio stesso.
Lo vogliamo chiamare strano amore o forse istinto materno?!
Quando parlo di culminazione intendo l’appagamento del proprio amore attraverso il proprio sentire, per come lo bramiamo, immaginiamo, vogliamo, la realizzazione dell’amare individuale che noi chiamiamo figlio, compagno, marito, che come detto spesso finisce per venire anche prima del soggetto amato o a cui sembra essere diretto.
Un esempio semplice di quanto detto è quello del nostro egoismo che innamoratosi perdutamente dell’amore, lo scimmiotta a tal punto da credere che ciò che sta imitando sia vero, e questo troppe volte finisce in tragedie, frustrazioni, frustate o vite distrutte.
Questo tipo di amore/egoismo incondizionato è vero, fortissimo, è anche bello perché intenso, e ha tutto, anche fin troppo, infatti si può perfino arrivare a morirne, ma in questo caso dovremmo chiamare questo sentimento ” Amorevole” e non ” Amore” perché non vi è un bene puro, libero ed indipendente dalle parti in causa, che sia un grande amore, fidanzato, figlio.
Per i greci per esempio bene e amore erano espressioni differenti di una stessa cosa amicizia, famiglia, spiritualità e perfino distruzione.
L’amore educato, elevato di cui parlo invece è libertà, indipendenza, è scelta, è quello che vive il bene come chiave di lettura per ogni tipo di situazione, anche prima di noi stessi, e non può essere schiavo, altrimenti diventa piacere, vezzo, allucinogeno e allucinante.
Nel caso dell’amore educato, illuminato ciò che prova la madre per il proprio figlio è realmente subordinato al bene del figlio, e non può essere invece subordinato all’amore che questa prova per lui. Immaginatelo come quell’amore dove la lezione di vita impartita dalla madre dunque diretta al suo bene, dovrà essere rispettata e avrà valore sempre e comunque a prescindere se vi sia la madre vicina o a ricordarla.
Un amare dunque non inteso come soddisfazione o culminazione del proprio desiderio d’amore, per come lo si vuole o immagina, ma per come è giusto che sia, e attenzione per giusto intendo il senso di giustezza nelle cose, che poi culmina nel bene illuminato, un alto sentire rivoluzionario al luogo o al tempo, che se ne infischia delle convenienze e non mira a soddisfare “incondizionatamente” il bene che proviamo nell’amare nostro figlio, piuttosto mira a farne “incondizionatamente” il suo bene.
Non è un sofisma è amore alto, siamo molto alti, questo significa che se nel farlo non avremo l’amore per come lo avremmo voluto, non avremo mai messo a dura prova l’amore che abbiamo verso di lui, piuttosto quello che abbiamo verso noi stessi.
Nell’amore elevato la conditio sine qua non è il bene in quanto tale.. quindi anche nei sentimenti pieni di passione, ricchi, tormentati i più forti, se il bene non ci sarà, comunque l’ amore per quanto incondizionato sarà condizionato dall’egoismo, e non sarà educato, educante.
Amare come vogliamo può essere bello, ma è egoismo.
In conclusione la differenza tra l’amore incondizionato che nasce come forma di egoismo e quello incondizionato che invece diffonde altruismo, è marcata dalla perdita del cordone ombelicale, del vincolo tra l’amante e l’amato, che diventano parte di un compimento, di un quadro più grande, che anche oltre la carne e il passare del tempo perdurerà attraverso la materia e le epoche come forma di bene progresso, onde che riecheggeranno in continua trasmissione, illuminando quell’amore da molti considerato un misterioso arcano.
E con questa riflessione vi saluto.
5 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti.
Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata “vedo il non visto ” è opera mia.
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