L’Analfabetismo politico, Analfabetismo dell’Animo
è nelle fazioni, il voler vincere o far valere la propria giustizia in guerra, non ha cura, non ha senso.. “Vorrei fermare la guerra ma il dittatore non capisce quindi guerra ” non è accettabile in politica, qui la pancia non è chiamata a giudicare, ci sono ancora i margini del dialogo seppur ferito, ma se si è capaci.
Ci vuole azione positiva, propositiva “un’Azione Politica” di livello proprio quando non vi è altra soluzione reale.
Un esponente Europeo di reale valore ( ci sarà, pur non vedendosi) Abbia coraggio e vada a parlare con le due parti.
Premessa dovuta al dialogo ammettere anche i propri possibili errori e poi elencare anche quelli de gli altri.
Avere il coraggio di chiedere agli Usa al momento, solo perché destabilizzante a questo dialogo “momentaneo”, di restare fuori dalle questioni europee in questo caso. Assicurandogli che poi li richiameremo.
È chiaro che si dovrà cedere e non ottenere qualcosa, qualcuno avrà di più, altri meno non sognamoci Salomone, giusto o sbagliato adesso non contano purtroppo, il meno morti possibili è già una misura, questa è la base di qualunque trattativa figuriamoci in guerra.
Bisogna capire che tanto i dittatori, quanto gli eroi o i burattini arriveranno a questa trattativa prima o dopo, altrimenti la misura sarà la distruzione totale e lo sanno anche loro dunque sempre meglio adesso che dopo.
Bisogna essere consci che il mondo è come è, non come lo vorremmo, quindi bisogna essere pratici e capire che la fine di questa storia non può essere positiva, oramai non più.
Il buono da Ricostruire richiederà 20/30 anni, e per alcuni che hanno perso i propri cari, sarà mai.
L’ odio invece non si coltiva si riproduce facilmente.
Veder vincere una delle due parti non è possibile politicamente realmente, è meno che utopico è catastrofico.
Errore politico senza precedenti armare una parte. Altro errore madornale sfidare pubblicamente uno dei contendenti invece che dare solidarietà al leader invitato in parlamento, ma augurandogli che si possa dialogare con l’ altra parte che al momento è distante,..
questo alimentare pubblicamente guerra invece non si chiama “Politica di Valore” è essere miopi, ancora una volta si dimostra di preferire misure muscolari mettendo in pericolo il proprio popolo e gli altri.
Il clima purtroppo rimane da curva Ultrà l’avversario è un nemico si grida si tifa e non si sente altro, ma la partita che si gioca non è una qualificazione, ma la morte, l’ oscurità, l’ incubo per molte anime e generazioni.
Per un’ azione politica di valore è il dialogo la strategia e la misura, ma questo prima richiede studio della storia, delle peculiarità dei popoli e governi in campo, dei loro archetipi secolari, di come pensino, agiscano, interpretino certe risposte magari per la nostra cultura presunte, ma quale significato e quali valenze assumono le nostre certezze per la visione degli altri popoli.
Il dialogo è un ponte, se non si studia con attenzione dove poggiare le basi su entrambe le sponde è solo un pericolo.
Opera in evidenza : Bambino geopolitico guarda la nascita dell’uomo nuovo, di Salvador d’Alì.
Leave A Reply