Dal Libro dei Frammenti postumi di FRIEDRICH NIETZSCHE.
“Empedocle il vero uomo tragico. Il suo salto nell’Etna, per impulso conoscitivo! Egli desiderava ardentemente l’arte e trovò soltanto il sapere. Il sapere crea i Faust. Le rappresentazioni solenni e la visione tragica del mondo.
La donna tragica.
L’amore sessuale nella tragedia.
La Migrazione attraverso l’arte.
La Grecia tragica vinse i persiani.
Eschilo come predicatore popolare.
L’Egitto come sede primitiva delle rappresentazioni sceniche.
Gli argomenti tragici nella storia degli eroi.”
Quest’uomo Nietzsche paradossalmente con le sue indagini finì con l ‘essere un grande scienziato dell’animo e della psiche.
“Demagnetizzò ” molti schemi sociali dalle sociopatiche sbarre invisibili, inutili o insane zavorre.
Dai tralicci intrisi di colpe e peccato, che nelle nostre vite quotidiane diventano un attaccarsi i piedi, facendoci inciampare ogni qualvolta se e quando proviamo ad essere liberi.
Un umanesimo tossico.
Definisco gran parte delle visioni di quest’uomo un voucher per la libertà. Più che pratiche filosofiche, sono pensieri liberati che regalano galoppate e fughe da sogno, con sani e rigeneratori effetti oppiacei.
È la visione di un cavallo che sfugge all’ addomesticatore, e va al galoppo scappando fronte oceano senza un dove ma in una direzione. Quella libertà di essere ciò per cui è nato prima di ciò a cui lo hanno costretto; ed è “libero”, scappando dalla vita con cui lo hanno addomesticato, fatta di briglie e inutili stalle, chiamate ripari e “grazie di avermi accudito”. Ognuno di noi dovrebbe almeno una decina di volte salire su quel cavallo.
Pazzo, superbo o uomo libero?
Non voglio neanche definirlo uomo, patimento o no, mi basta definirlo “ormai libero”.
Di sentire, vedere, dire, di pensare, quanti uomini tra noi lo sono?
Questo liberatore pensatore è un cronista, più che dell’accaduto storicamente, del creduto, pensato, dogmatizzato e vissuto anche con forti dubbi, ma senza mai possibilità di critica.
La tragedia, il tragico. Lui sa di cosa si tratta. Finalmente libero.
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