L’articolo di questa settimana trae spunto dalle dichiarazioni della madre della ragazza italiana morta a Londra, che ha asserito in un’intervista che sua figlia è stata uccisa dallo stato italiano, il quale costringe i giovani, e non parliamo certo come una volta di coloro che non avevano la fortuna di studiare o le classi più povere, ma proprio tutti i giovani ad andare via per cercare lavoro e poter vivere dignitosamente.
Fatta la premessa che “tutto il mondo è paese” perché anche nella City Londinese una ragazza è morta perché un palazzo destinato alle classi più povere non è stato ristrutturato seguendo le norme e usando i materiali ignifughi idonei, è anche giusto chiedersi: sì ma l’Italia che paese è oggi?
Vivendo all’estero mi rendo conto di come in Italia ci siamo abituati alla mediocrità, alla mancanza di dignità, e non ci sorprendiamo più di nulla e se non ci sdegniamo più è perché non siamo più capaci essendo circondati da mediocri di capire la differenza, ossia dove ci siamo fermati mentre gli altri sono andati avanti.
Non faccio esterofilia, ma un atto dovuto di verità.
I problemi li conosciamo tutti ma i perché ci siamo ridotti così forse non li conosciamo completamente.
Bisognerebbe finirla con il dire che è colpa dei politici, è solo retorica, in Romania una terra che molti considerano arretrata, il popolo dinanzi a un’ingiustizia è sceso spontaneamente in piazza, o meglio coscienziosamente spinto da un dignitoso senso etico ha protestato civilmente per cambiare una legge considerata un abuso. Noi questo lo facciamo? E non credo di certo che anche in Romania non ci sia la corruzione?
Oltre a dare sempre la colpa ai politici o chiamare chi denuncia la loro barbarità populista, moda in auge del momento, un altro nostro problema endemico è presumere che essendo italiani, siamo ancora un grande paese, e siamo migliori a prescindere per il fatto, certamente vero, che abbiamo dato un contributo enorme alla musica, al teatro, all’arte, all’opera, alla medicina, o perché facciamo tendenza nel modo di vestire, cucina o nel bere, o perché abbiamo l’auto più desiderata al mondo, e posti stupendi per cui ci chiamano il bel paese.
Sì abbiamo fatto tutto questo, ma la domanda è un’altra, oggi l’Italia che paese è?
Visto che molti politici e i governi che si sono succeduti nelle poltrone continuano a dire che l’ Italia è un grande paese e che c’è la ripresa e che bisogna fare e faremo il dovuto, io preferisco invece dire la verità senza paura o pessimismo : Siamo falliti!
Amici miei abbiamo avuto e abbiamo in corso una guerra, solo che non lo sappiamo. Gente che lascia il paese per poter mangiare, chi fruga nella spazzatura, chi si suicida, chi odia lo straniero, questo non succede durante una guerra?
Una guerra silente però, perché non distrugge palazzi ma la nostra anima, usando bombe che a tappeto in ogni sostrato sociale stanno annichilendo la cultura che avevamo, ciò che abbiamo imparato e costruito nel tempo, ossia la civiltà.
Abbiamo un’implosione verso sistemi primitivi, obsoleti, siamo a ridosso del paradosso, abbiamo fatto della Tangente e della mazzetta la tecnologia per progredire e andare avanti senza sforzo, ma con un prezzo molto alto il cappio della coscienza. Siamo tornati al baratto, vi rendete conto?!
Usiamo bilance moderne fatte di pesi antichi, i denari, ma senza alcuna tara e che consumano coscienza in cambio di arricchimento. Udite udite! Il sistema paese Italia è fallito.
L’Alitalia ne è un esempio palese. Un paese con il nostro patrimonio d’arte, monumenti, con le sue bellezze naturali ed un clima favorevole, è riuscito a fare fallire la sua compagnia aerea. E questo è management?!
Abbiamo creato l’architettura ma oggi abbiamo ponti e palazzi che crollano su se stessi.
Assurdo! Sarebbe come dire che il miglior pasticcere del mondo muore per carenza di zuccheri o perché non sa fare il Tiramisù.
Invece sì, è possibile se si è inetti, incapaci, spocchiosi, se non si ha voglia di imparare e mettersi in discussione. La prima cosa che ho imparato nel viaggiare è di portare il mio bagaglio culturale con me, ma di farne un aiuto e non un peso o un fardello, e di non essere ovunque troppo italiano, ma di guardare oltre e capire, comprendere le differenze per migliorare.
Basterebbe guardarsi allo specchio.
Non è solo l’Alitalia ma tutte le grandi maison di moda e aziende italiane che sono fallite o state vendute: Cirio, Olivetti, Parmalat, Lamborghini, Pirelli, Italcementi, Merloni, Pininfarina, Fendi, Pucci, Bulgari, Valentino, Safilo, Poltrona Frau, Gucci, per non parlare del settore alimentare e poi dulcis in fundo Telecom che è ormai francese.
Molti diranno: Ecco il solito disfattista! No, vorrei che fosse così, ma non lo è, vi darò invece la giusta traduzione:
Scelte strategiche scellerate, con cui abbiamo perso sovranità di moneta, di mobilità, potere di comunicazione, manifatture, abbiamo svenduto tutto.
Il problema non è solo la classe dirigente come molti dicono e che io comunque giudico non idonea, inetta e spesso ridicola, bensì è più profondo, è il popolo italiano che manca all’appello, con i suoi valori e principi, Salvo D’acquisto, Rita Levi Montalcini, Borsellino, Falcone, Pertini, manca la cultura, abbiamo quel che ne resta forse, la sua controfigura o un sosia che ne fa le parti nelle cerimonie, ma che quando è chiamato a mostrarsi e parlare si guarda sbigottito perché sa come i nostri dirigenti cosa dire ma non cosa fare. E’ una scimmia ammaestrata.
Oggi in Italia è il calcio il padrone, la velina con un balletto, il furbo di turno, sono i soldi senza reale valore culturale che rappresentano il paese.
Corrotto e furbo infatti sono usati come fossero sinonimi, ve ne siete accorti?
Siamo un paese campione nelle classifiche della corruzione e nella mancanza di trasparenza.
E’ un dato statistico.
Ma questo lo sapevamo dunque torniamo ai perché.
Come hanno fatto i Greci secoli fa, abbiamo fatto l’errore di sederci sulla nomea del passato non inventando più nulla, non facendo più arte, filosofia, non viaggiando più, giustificati dal fatto che abbiamo inventato tanto e non dobbiamo dimostrare più nulla, i greci erano e si credevano la culla della società, ed infatti eccone i risultati.
Sono falliti! Chi è il prossimo!? Indovinate un po’?!
Lo stesso è successo in piccolo a Roma e ai romani che si sono seduti su frasi assurde come :
“So de Roma, Che fa nun se sente” “Caput mundi” etc. etc.. ma vi sembra una capitale Roma, una metropoli o una miriade di borgate?! La stessa caduta dell’ impero Romano è coincisa con il dilagare della corruzione.
Siamo falliti ma ripeto non è pessimismo, è presa di coscienza che è l’unico antidoto per risollevarci, per migliorare.
Non produciamo più se non fuori dai nostri confini e non è solo colpa delle tasse, ma del sistema paese costruito e paragonabile al feudalesimo, al medioevo, con valvassori, valvassini, uomini legati da una filiera di potere e conoscenze, un nuovo baronato, dove negli ospedali non ci sono più i medici italiani migliori perché sono andati via, lo stesso per gli scienziati perché qui non hanno posto, come nelle facoltà i professori sono una casta e si passano di figlio in figlio le cattedre, e dove gli esami sono fini a se stessi, ossia sono diventati passare l’umore del professore o avere punteggio e non imparare qualcosa. Così nelle amministrazioni, nei tribunali, i dirigenti sono messi lì seguendo la corrente politica pur non sapendo come dirigere.
In Italia non devi essere per forza bravo nel tuo lavoro basta essere scaltro, un po’ come nella preistoria dovevi essere abile a seguire la corrente del fiume, o rapido a cacciare qualcosa o un Mammut, o se volete farla più facile, “devi conoscere qualcuno per essere a tua volta qualcuno da conoscere”.
Per chiudere, tornando alla dichiarazione della madre della ragazza italiana bruciata nel rogo inglese, è chiaro che non possiamo non comprendere la rabbia di una madre, ma molto di ciò che ha detto è comunque vero, forse espresso in maniera forte o con protagonisti, situazioni e forze in campo mischiate in maniera confusa, infatti nessuno ha ucciso quella ragazza se non il fuoco.
Ma aggiungo che sicuramente se lo stato italiano fosse stato a Londra al momento del rogo avrebbe di certo saputo e potuto spegnere rapidamente quel terribile incendio, perché è un saccente maestro, bravo come nessuno, nello spegnere quotidianamente le speranze e i sogni di molti giovani.
E con questa riflessione vi saluto.
6 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” La tangente in Italia non è solo Trigonometria” è opera di Tiziana Russo
Leave A Reply