Oggi parleremo di bugie e omissioni. Ma più che parlare di mera differenza tra i due termini, tra mentire e omettere, lasciando la spiegazione tecnica ed esaustiva ai dizionari, ci concentreremo su alcune delle loro sfumature proprio per la potenza che queste riescono a sprigionare.
D’altronde le bugie pur non avendo materia hanno proprietà straordinarie, feriscono più delle spade affilate, bruciano come la polvere da sparo, e ancora hanno un colore, spesso un sapore e perfino un odore a volte, e per quanto detto sono in grado di cambiare il corso della nostra vita, facendo la nostra fortuna o la sventura per la loro capacità di portarci a confondere la nostra visione delle cose. La bugia in verità è il primo allucinogeno scoperto dall’uomo.
Questi due termini bugie e omissione sono così controversi e hanno così tanti lati chiari o oscuri che vengono usati giornalmente o come se avessero significati completamente diversi o altre volte come fossero addirittura sinonimi.
Proprio per questo, durante questa settimana ho sentito dire ad alcuni uomini politici e anche a miei conoscenti frasi del tipo: “Non ho detto una bugia, piuttosto ho solo omesso di dire la verità, (ho solo omesso di dire la verità)” quindi ho reputato che colui che parlava dicendo così, dovesse sentirsi in qualche modo innocente o volesse discolparsi in qualche posto da qualcosa.
Bene ma cerchiamo di guardare più in profondità oltre innocenza e colpevolezza, perché quelli sono aspetti che riguardano anche la pulizia dell’animo, le vere intenzioni di chi omette o dice una bugia.
Preferisco invece parlare di responsabilità, di prendersi la responsabilità della propria posizione, o forse meglio omissione. Quando infatti si decide di omettere la verità, siamo responsabili della nostra scelta e se non si è forse colpevoli come chi ha detto una bugia, sicuramente però non ci sentiamo neanche così casti e puri.
Ma partiamo dalle basi. Perché devo dire una bugia? Perché non sto raccontando la verità, o la sto omettendo?
Già questo è un peccato originale no?!! In entrambi i casi infatti sto mentendo o non sto dicendo la verità per un motivo, che questo poi sia per convenienza, paura, dolore, lungimiranza, comunque “sto tacendo le menzogne”, e questo è un fatto.
Amici e Nemici miei, omettere non vuol dire soltanto non dire la verità, perché è chiaro potremmo dire “che quello era ridicolo, stava sbagliando ma non conoscendolo abbiamo evitato di dirgli la verità”, ma omettere la verità è differente dal non dire la verità, perché significa mancare di raccontarla, perché l’omissione come quella di soccorso o omissione d’ufficio è mancare nell’adempimento di un nostro dovere.
Significa che si richiede un nostro intervento, quindi veniamo chiamati a fare qualcosa ma noi non lo facciamo.
“Lo dirò dopo, verrà il momento, un giorno, non è questo il caso, non mi sento, mi vergognavo”, sono scelte per carità di saggia opportunità o stolta convenienza, utili forse, ma non perdiamo di vista il punto, noi abbiamo mentito.
Il fatto che il fine possa essere positivo, va pure bene e farà anche tanto bene, infatti abbiamo omissioni di stato per salvaguardare la pace, l’ordine pubblico, o le bugie bianche per evitare inutili crisi di gelosia con il compagno.
Ma essendo il quadro delle possibilità così infinitamente vario ed opinabile in numero, sostanza e qualità delle omissioni, riguardando le coscienze e la morale tutto può essere comprensibile, ma una cosa però deve restare certa e non può essere omettibile, ossia che qualunque sia la ragione per omettere noi non saremo “mai” solo innocenti, e senza dubbio in qualche modo saremo “sempre” responsabili per non aver detto la verità.
Qui non stiamo criticando l’omissione o la bugia troppo vaste le casistiche, ma l’atteggiamento, il non accettare il fatto che avere delle misure non vuol dire essere misurati sempre nell’usarle.
Come anche Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, era un eroe, ma lo era diventato sempre e comunque rubando facendo il ladro e non raccontando altro. Ora lasciando stare il povero Robin Hood perché di eroi ladri e onesti ne ricordo pochissimi, non si può negare che diventiamo bugiardi per mille ragioni ma rispondiamo troppo spesso sempre con la stessa frase “bugiardo io, No!, ho omesso di dire la verità”. Per carità è sufficiente a volte, ma non so se basti sempre a scagionarci.
Pensando alla bugia e all’omissione, mi viene in mente l’immagine di un fiume dove il bugiardo è colui che vi entra dentro e crea un’architettura per cercare di cambiarne il corso, distorcerne il senso, mentre chi omette ha una posizione comoda, una bugia dorata.
Una mia cara amica mi ha detto che l’omissione è una bugia allo specchio, nel senso che si può vedere cosa fa la bugia, si può vedere ciò che accade, il cambiamento del corso del fiume ma non si interviene. Si interviene scegliendo di non intervenire, quindi non ci si bagna non ci si sporca e non si viene travolti dal corso degli eventi, ..almeno solo apparentemente.
E allora voglio dire attenzione ad usare l’omissione come fosse un salvacondotto per la coscienza, o come una scusa, perché non è così, e siccome nessuno io il primo è esente dal dire delle bugie o dal commettere omissioni, faccio presente che quando qualcuno ci dice ” guarda che hai omesso di dire la verità quindi hai mentito” comunque ha ragione, poi noi ne avremo altre forse, ma credo che occorra prendersi le responsabilità delle nostre scelte, evitando di omettere ancora e dicendo:
“Sì hai delle ragioni, sì io ho omesso di dire la verità!”
Questo servirà a tante cose Amici e Nemici miei.. a non farci stare comodi, a non scappare da un possibile giudizio, ma soprattutto ricorderà sempre a noi stessi quale fosse la verità che abbiamo omesso di raccontare ed il suo perché..
sperando che un giorno il silenzio dell’omissione che abbiamo scelto per le nostre buone ragioni, messo dinanzi allo specchio, non riveli piuttosto che un altro eroe come Robin Hood.. l’immagine di un ennesimo comodo bugiardo allo specchio.
E con questa riflessione vi saluto.
5 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” Bugie e omissioni vicoli ciechi” è opera mia
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