Foto del bimbo e della donna, da me intitolata ” al bello non importa di essere attinente” ,
è un’opera di Tiziana Russo
Dopo aver letto questo articolo sperimenterete che: la lirica è parte della scienza, i Mass Media ogni giorno ci sedano, e che il vostro intimo preferisce usare il linguaggio lirico piuttosto che tradurre un testo in inglese.
Occorrente: Voi; concentrarvi nel guardare il primo video; la vostra voglia di leggere i sottotitoli con attenzione e la possibilità di farlo senza essere interrotti o disturbati.
Scegliete dunque bene il momento per leggere o giocare con questo articolo, e vi assicuro che non ve ne pentirete!
Dunque eccovi il quesito: solo perché non abbiamo i mezzi per capire qualcosa di luminoso è giusto chiudervi la porta dietro ed andare via?
Ossia se Gandhi che parlava indiano venisse oggi sulla terra per parlarvi, voi non capendo l’indiano, andreste via o cambiereste forse canale?
Vi invito a partecipare ad un piccolo esperimento ma a considerarlo più come un gioco meraviglioso.
Vi prego di non cambiare pagina perché a breve gusterete una donna che canta.
Questo sarà un esempio delle intime esperienze ideosensorie previste nei percorsi formativi della Chiave Puentes.
L’esperimento consisterà nel concentrarvi sul testo tradotto nel video che segue, e nel provare a pattinare sulle parole pronunciate dalle labbra della cantante, non occorre essere esperti di lirica, basta a volte essere curiosi e aver voglia di ascoltare con i mezzi giusti, usando la vostra anima intellettiva.
Vedrete che ciò che abitualmente è un insieme di suoni, si rivelerà nella sua completezza e diventando comprensibile acquisterà un sapore differente.
Poi alla fine dell’articolo se resisterete, vi sarà una sorpresa e credo senza peccare di arroganza, che pur rimanendo voi stessi, vi sentirete in qualcosa un po’ differenti.
Saprete resistere ed ascoltare fino alla fine il video prima di andare giù? Saranno solo 2 minuti e 30 sec.
Allora cominciate con il gustarvi questo video, vi raccomando di guardarlo tutto e poi se volete riattivatelo nuovamente accompagnando la lettura dell’articolo.
Ah dimenticavo! Non preoccupatevi se questa donna incantatrice, con il suo sguardo sembrerà fissarvi e persino uscire dallo schermo ammiccando, guardandovi ad un certo punto così profondamente da raggiungervi con le sue parole e indicandovi vi chiamerà a sè con il dito della mano, dicendovi che sa cosa provate quando vi sentite nell’angoscia e non volendone parlare preferite spesso fuggire o piuttosto morire dentro.
Ma d’altronde figuratevi è solo la pallosa lirica no?
Sì, lo so! Riprendere la lettura adesso potrebbe sembrarvi pesante e strano, e allora prima di continuare a leggere riattivate il video e vedrete che vi aiuterà regalandovi una sensazione dal sapore familiare.
L’arte conoscitiva è la vera tecnologia, è il progresso e se volete un’espressione e manifestazione divina in terra.
Se riflettiamo bene è un qualcosa che per quanto usato dall’uomo non gli appartiene, smuove e vibra il nostro stato e le nostre azioni usando l’energia attraverso di noi, dunque l’arte è un fenomeno naturale al pari di un’eclissi o una marea, è scienza.
Il fatto che qualcosa di immateriale ci tocchi e ci muti senza dover usare materia, che è la principale fonte di vita dell’uomo moderno, ci dimostra chiaramente che essa è frutto non dell’uomo stesso, ma di un’intelligenza superiore o una tecnologia ancora a noi sconosciuta non essendo ancora a nostra disposizione la sua alchimia.
Ogni giorno dunque siamo toccati da qualcosa di ancora più straordinario dell’antimateria ossia “l’energia” che ci usa come movimento/strumento finale per dichiarare la sua evidente superiorità, anche se dal segreto ancora nascosto. Dio? L’universo? Lo spazio?
Credete a ciò che volete, l’importante però è che non crediate che sia l’uomo l’unico responsabile.
L ‘arte conoscitiva viene prima dell’arte conosciuta e la conoscenza prima di essere musica, teatro o l’opera lirica (impropriamente detta) è anche astronomia, matematica, teologia e biologia. Non è forse vero che essa innesti reazioni chimiche, ci faccia sudare, innamorare, agisca sull’umore, ci elevi dalla materia e ci tocchi senza usare dita o mani?
Dunque non può mai essere noiosa, o meglio lo diventa quando resa apposta incomprensibile e fino a quando non viene estrapolata dalla sua stessa definizione e categorizzazione, che spesso la vincola solo a qualcuno in grado di comprenderla se esperto o appassionato. Sapete perché crediamo questo?
Perché ce lo fanno credere! Chi?
I poteri oscuri nascosti dietro i Mass Media, le ombre buie dietro le scrivanie di vetro, le voci che controllano le stanze dei bottoni da cui si controllano i missili, e sapete quale è il campo di battaglia?
Noi ed il nostro meccanismo umano di difesa.
Invertono le sequenze illuminate senza che ce ne accorgiamo. Uomini moderni ma dall’animo primitivo, mirano ad appiattire tutto e tutti, a renderci mediocri presentandoci modelli facilmente raggiungibili o ancor peggio “Acquistabili”, spacciando l’utile come fondamentale, l’accessorio come essenziale, riducendo l’uomo al servizio del suo “Acquisto” e non della cultura.
Sarebbe come definire chi possiede l’impianto stereo più tecnologico, un esperto di musica solo perché può sentire la musica meglio.
Ci spingono a credere di non dover o poter capire l’arte conoscitiva non essendo esperti, pompando in noi la sgradevole sensazione che proviamo nel sentirci ignoranti e ci manipolano, ci sedano, inscatolando come inutile e solo per esperti qualcosa di magnifico, come le geometrie, le emozioni, la lirica o per chiamarle con il loro vero nome l’anima intellettiva. Risultato!? Saremo sempre più schiavi di cose.
Ma forse per sentire abbiamo bisogno di spiegazioni?
O qualcuno forse ci dice quando piangere o ridere?
O un doloroso pianto viene forse prima del dolore che lo scatena?
Credo che la soluzione a questi quesiti sia abbastanza semplice, ma è la traduzione di quanto detto che diventa spesso difficile.
E’ come se dicessimo che per amare o fare bene l’amore dovremmo essere esperti sessuologi o chiamare un critico dell’amore. Ridicolo!
Concludo dicendo che occorre aprire gli occhi, e quando sentite qualcuno eccezionale artisticamente, pur non essendo voi musicisti o artisti, sappiate che anche voi avete una parte della sua grandezza, perché altrimenti non potreste carpirne il grande valore. Noi facciamo parte del suo teorema, della sua galassia, del suo quadro, della sua canzone, del suo teatro, che senza di noi non esisterebbero.
Ora vi prego, ed è un invito gentile il mio, di fermarvi e gustare questo video che segue.
Ecco l’esperimento di cui parlavo all’inizio che, dopo aver visto il primo video, avrà compimento.
Vedrete dunque adesso un altro video sempre della stessa Bohème. Ma sarà ancora uguale per voi?
Ad un certo punto la cantante si allontanerà persino dal microfono e diventerà nuda e cruda espressione del canto senza più bisogno del mezzo per amplificare ciò che ha dentro.
Il pubblico capirà ed apprezzerà e anche se la gente non sentirà la voce amplificata come sarebbe con il microfono, la percepirà però più intensamente riconoscendo la manifestazione del canto nella sua concezione suprema, riconoscendo quale è la vera arte come nudo e crudo sentire che viene prima di qualunque mezzo di diffusione, come la conoscenza viene prima di qualunque singolo uomo.
Si scatenerà un applauso da brivido che sarà tutto ciò che lei avrà trasmesso e che loro avranno trattenuto in energia, trasmettendola a voi attraverso un video.
I teoremi esistono a prescindere da chi li enunci!
Vediamo un po’ che succede e se arriva la magia!
La cantante della pallosa e noiosa lirica credo che già la conosciate!
Ah! Una curiosità! Preferirete usare il linguaggio lirico piuttosto che tradurre un testo in inglese?
..il bello può fare a meno anche del microfono!..
MUSETTA
Quando m’en vo,
quando men vo soletta per la via,
la gente sosta e mira,
e la bellezza mia tutta ricerca in me,
da capo a piè.
Ed assaporo allor la bramosia
sottil che dagl’occhi traspira
e dai palesi vezzi intender sa
alle occulte beltà.
Così l’effluvio dei desìo
tutta m’aggira –
felice mi fa,
felice mi fa!
E tu che sai,
che memori e ti struggi,
da me tanto rifuggi?
So ben: le angoscie tue
non le vuoi dir,
so ben, ma ti senti morir!
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