Ecco la parola chiave di questa settimana ” somiglianza”.
Ecco il grande inganno, con cui creiamo giganteschi disastri interpersonali, consistenti nella nostra ostinazione nel chiamare cose simili, uguali, come se fossero la stessa cosa, disegnando cose che non esistono, piegando la realtà al nostro volere, al bisogno o al comodo.
Sento continuamente dire a donne o uomini separati, o a coloro che si sono sposati per una gravidanza inattesa e che si trascinano tristemente nelle loro convivenze da inferno chi per i figli, per il lavoro, o chissà per quale ragione, che se non fosse per uno dei motivi appena elencati già si sarebbero lasciati o non sarebbero mai stati insieme al compagno, perché mondi troppo distanti.
Ma allora mi chiedo perché si dica che le persone con caratteri totalmente diversi stiano bene insieme proprio per la diversità perché si compensino?!
Facciamo chiarezza. E’ vero che si può essere talmente innamorati da superare le diverse difficoltà nella vita, ma ciò non vuol dire poter vivere insieme essendo realmente completamente diversi.
Quando diciamo quei due stanno bene insieme perché sono uno l’opposto dell’altra non è vero, perché questi prima che differenti nelle azioni quotidiane sono comunque uguali nel sentire e nelle essenze comuni, di fondo, sennò non potrebbero mai stare insieme o almeno non potrebbero farlo a lungo.
Al contrario invece quando molti si lasciano, lo fanno perché si auto ingannano all’inizio facendo dell’altro una proiezione differente di se stessi, di un qualche se stesso simile a noi quando vogliamo qualcosa.
L’altro diventa il nostro bisogno, il matrimonio a una certa età perché si deve, il nostro senso di protezione, una fuga dal quotidiano, siamo noi.
La persona che scegliamo più che realmente interessante diventa piuttosto inconsciamente un nostro interesse, e non è certo la stessa cosa. Questo in un progetto di vita non può esistere, può valere in un momento, un periodo, cinque minuti, sei mesi, un fatto, una grande intesa sessuale, ma non può esservi un progetto di vita in un rapporto così.
Quindi quando si sente dire “io non sarei rimasto con lei se non fosse rimasta incita, perché troppo diversi”, è una profonda bugia che ha preso in affitto una parte della verità e ne ha fatto un grande trailer, che però non mostra il documentario reale della propria vita, bensì lo spot, il racconto per scappare dalla verità da cui ci sentiamo traditi, ossia le nostre scelte. Quando scegliamo qualcuno che non fa per noi e poi lo lasciamo non è vero che questi è diverso da noi, è il contrario, è fin troppo simile a ciò che abbiamo voluto vedere in lui ma che non c’era.
Non si può stare insieme a qualcuno se in qualche modo non si è simili a lui in profondità nel condividere l’esistenza, nell’interpretare la vita perché in quel caso non ci si incontrerà mai e ognuno vivrà nel suo da fare quotidiano abile nello stordire, nel distrarre, nel tenerci occupati sedandoci per non ammettere che occorreva e occorre cambiare a qualunque costo, perché essere felici non è solo un diritto ma è un dovere per tutti.
Amici e Nemici miei, stare insieme non vuol dire come molti pensano stare accanto tutto il giorno, ma guardare nella stessa direzione magari per una vita anche se separati e pur con prospettive completamente differenti, la direzione è importante.
Come somigliare a qualcuno non vuol dire essere uguali, o avere un marito, avere dei figli, e avere una casa come quelli felici è somigliare alla felicità, ma non esserlo, questa è la differenza tra stare insieme per profonde affinità superando le superficiali differenze, e vivere e restare infelici ingannati da mere apparenti somiglianze.
E con questa riflessione vi saluto.
4 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti.
Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” Somigliare a uno felice non vuol dire esserlo” è opera di Tiziana Russo
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