Questa volta parleremo di tradimento, ma di un tradimento superbo e tra i più crudeli.. infatti non parleremo solo di un tradito o di uno che tradisce, che comunque nella filosofia della Chiave Puentes spesso coincidono.
Parleremo piuttosto di emozioni e ancor di più delle più nobili tra esse, i sentimenti, che quando vengono traditi diventano coltelli dalle lame lunghe e affilate, o forse dovremmo dire affiliate al dolore, allo sbigottimento, al non capire più nulla, tradimento che conduce all’isolamento in mezzo a piazze seppur colme di gente, non sapendo più se vogliamo tornare a casa, perché lì ormai ci abita lo sconforto e il nostro dolore e tutto ha un nauseabondo odore, quello del nostro disagio.
Parleremo del tradimento più crudele, dove la nostra ansia innaffia le mani con il nostro sudore, perché quando tradiamo qualcuno tradiamo noi stessi, nell’uccidere la fiducia che in noi era riposta, uccidiamo senza saperlo una parte della fiducia che noi riporremo negli altri. Parleremo di quel tradimento di uno di noi che crolla tradito dalla sua fragilità e che si abbandona, abbassa le mani e la guardia, cede al dolore, si piega ad esso e ne viene travolto, così schiacciato da non trovarsi più, da non riconoscersi più, così da pensare di farla finita. Anche questo è un gran bel tradimento.
Il tradimento Amici e Nemici miei è osceno in ogni sua forma, ma in questo caso del gesto più estremo e insensato, sono le umiliazioni le vere frustate a spingerci verso il salto nel vuoto..e non crediate che sia poi così impossibile tradire se stessi anche per i nostri cari in una società che delle anime ha fatto un vile e crudele mercato, dove troppo facilmente si vendono e si comprano vite, si vestono e svestono valori, e ancor più stoltamente si confondono i sorrisi che mostrano gioia con quelli che nascondono un infinito dolore.
Dunque userò un estratto del mio nuovo libro che presenterò a breve “Amuriendo” dove si parla dell’abbandono e del tradimento adattandolo un po’ al salto nel vuoto, appunto il suicidio, perché tradire è un po’ come suicidarsi, e proveremo a emopensare ciò che si prova nel perdere l’amore e nell’essere tradito, che sia da un partener o da se stessi poco importa, il pezzo si chiama “Fecefuoco”.
“Stavo partorendo”!
Stavo partorendo un Disagio di un crudele Tradimento. Il mio.
Già! Allibito stavo partorendo me stesso Disperato.
Dentro una Goccia di Rabbia, in lacrime la mia Carne viva e tenera, si tirò fuori dalla Pelle, preferendo Offrirsi piuttosto che ancora erroneamente Coprirsi.
E mentre la Discesa dalla montagna delle mie convinzioni e la sua corsa precipitosa verso la Realtà delle Cose mi laceravano le carni, tra cadute e scivolate, ebbi il tempo di rivedere ancora me stesso e le sue scelte.
Fino a quando nel mentre del correre, la mia povera Comprensione divenne un Nano sperduto nei vestiti di un Gigante, che inciampando su se stesso, sentiva un umido caldo fiato sul collo.
Voltandosi indietro vide se stesso o meglio la sua grande Illusione, sosia perfetta di quella immensa Fiducia di cui era stato pieno il suo amore, che correndo anch’essa, la stava superando inseguita dalla Disperazione del non averci capito più nulla.
E fu allora, che un Grido bestiale dal Campanile della mia bocca, rintoccò di Rabbia tutta l’aria di questo strano accadermi.
Per Aiutarmi, credo che volesse Uccidermi.
Lì caddi in ginocchio soffocando su me stesso..
Questo Brivido prima di svanire mi lasciò intendere di rallentare perché tanto dove stavo correndo, non era poi così lontano da me stesso.
Anzi altro non era che il Dentro di un mio stesso Pianto.
Un Pianto che a quel punto come una puttana mi usava ma non mi apparteneva.
Che stessi correndo attraverso me stesso?
O era me stesso a corrermi attraverso?
Così andai.
Ma scelsi una Notte senza Luna piuttosto che un Giorno di Sole, perché il mio Giudizio non mi vedesse scappare lontano da lui.
E mi tappai ingenuamente le orecchie pensando che così gli altri non avrebbero sentito i miei passi.
E mentii al mio Essere Sincero raccontandogli del Modo, invece che del Nodo che avevo in gola.
Ed ancora baciai in bocca l’Assurdo, pur non essendolo anch’io, e me ne vergognai, me ne vergognai perché lo feci pur avendolo molte volte e per tante altre ancora, chiaramente Riconosciuto e Taciuto.
E quando giunsi finalmente alla Porta di come stavano “Veramente le Cose”, suonai il campanello del mio Cospetto, sperando di poter tirare un po’ il fiato o incontrare almeno un’ultima volta la mia Fiducia nell’Amare, così che potesse spiegarmi qualcosa.
Ma quando si aprì la porta, ad aspettarmi non trovai Te, ma la mia Gelida Bugia.
Una mia copia geniale.
E adesso per la prima volta ero Occhi dentro Occhi con i miei Non esserci, Nascondersi e Soffocarsi.
Adesso il mio Fiato Bugiardo per evitare di imbrattarsi gli occhi con i ricordi del mio brutale e spietato abbandono, preferiva piuttosto baciare la mia bocca con quella di un enorme Fucile, caricato Cinque Colpi, Cinque brutali colpi carichi di Tradimento, e fece Fecefuoco.
Una prima volta si fece fuoco di tante Sensazioni mai considerate, e di troppe altre, perdute, disperse, mai consegnatemi, perciò Sconsiderate.
Una seconda si Fecefuoco di alcune Parole trattenute, quando invece andavano semplicemente soffiate via o perché no, slegate e dimenticate.
Una terza si Fecefuoco, di molte Carezze morte di stenti, perché troppo a lungo in fondo a un silenzio trattenute.
E ancora si Fecefuoco di tante inspiegabili Paure che senza pietà o incertezze rinchiusero ed imprigionarono il tuo Sentimento.
Ancora una quinta ultima volta si Fecefuoco, a brucia pelo, facendoci tacere per sempre.
Ebbi solo il tempo.. di sprofondare giù, sul pavimento, fatto anch’esso da tempo, anch’esso pronto chissà da quanto tempo, di cose bisbigliate solo tra te e te, ma abilissime a lasciarmi sempre fuori da me e da me.
E ripensare ancora a quell’odor di Carne che brucia, polvere e zolfo di un colpo mortale che mostrò al mio Fidarsi, quello a cui era stato a mia insaputa Condannato, Essere tradito e abbandonato.
E con questa riflessione vi saluto.
Buon viaggio franco..
6 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” tradire è come suicidarsi.” è opera mia.
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