Le parole forbite e le sicurezze sociali da perbenismo conformato sono noiose, così piatte da renderti pazzo, perché poi in un altro momento di loro stesse, quando non viste, raccontano la verità, la vera verità su di noi, si trasformano e rivelano altro, rivelano le nostre ANGOSCE FORMIDABILI!
Seri occhiali neri sul naso, in ufficio tacco, profumo o cravatta, tutti sistemati, quanto sei bello tu, quanto è bello quell’altro, e dinanzi agli altri miopi Formidabili, sembriamo tutti perbene ma poi al buio segretamente diventiamo altro, scompiglio, passione e carne, per loro o per noi formidabili droghe naturali, come il provare o non provare vergogna. Occhi che gridano, mani che invogliano, gambe che stringono, i piedi si fanno a punta durante l’estremità del piacere, a chi no e a chi sì a tutti forse, e vengono fuori in maniera differente, e i segreti nell’intimità sono come donne che indossano un costume da Gorilla e uomini uno da Betty Boop, FORMIDABLE!
Il piacere su questa terra vive da svergognato, e da clandestino scorre come sangue in vene sotto il visto e l’apparente, perché per essere vero deve restare nascosto, il piacere deve essere ammiccato, fiutato, inteso, a volte forse scherzosamente menzionato, ma sempre e comunque solo sussurrato, perché è ancora responsabile della vergogna originale, ciò che siamo “essere solo animali e mortali”.
Figli di quella mela che fu motivo di esilio e pena, condanna eterna per una scommessa persa in partenza, che in altri Pianeti si chiamerebbe premeditazione, cattiva fede o truffa: “Guarda.. ma non toccare.., mangia ma non gustare.., gusta ma non inghiottire!” Sadico ?! Noo, forse perverso?! Sì forse,..
Sembrano contraddizioni, ma invece sono molto di più, sono fini trattazioni e potenti assicurazioni, create ad arte proprio per non farti mai smettere di toccare, mangiare e gustare. Sono abili modi di contrattarti, dove per avere la ricompensa devi comunque conquistarti una condanna, capite il meccanismo, devi avere una condanna per avere una ricompensa per farti perdonare e poi ancora tornare a peccare, fino al nuovo perdono ma senza fine, come acqua e sete, si inseguono in eterno. Formidable!
Il libero spazio trova quindi la sua massima espressione in un recinto?!
Trin Trin! Ops! squilla l’istinto: “Sì pronto, pronto chi è?” è un operatore del perbenismo e delle convinzioni, abbiamo degli sconti sulla routine, è interessato mi dice? no grazie qui è il piacere della vita e l’imperfetta ingorda soddisfazione dei desideri lo 0009foormidabile280935.. io voglio essere imperfetto, è quello il numero di telefono per essere nell’intimo ciò che siamo bestie umaniche con i loro difetti, accettandoci inequivocabilmente come “materia che ama se stessa” e ci rende a sua volta simil pelle materiale, perversi, cannibali divoratori di piacere, questo siamo anche..
Non viviamo per gran parte del nostro tempo liberi da quegli inutili tiranti, che ci inchiodano al terreno con assurde paure di fare, sbagliare, fiatare, diventiamo come un grande elefante bianco, immenso e luminoso, che però è costretto nello spazio di un metro legato ad un palo da una catena, non può mai girarsi e danza fumante, avanti e indietro, avanti e indietro, siamo così nel perbenismo siamo così.. come l’elefante che nell’inutile tentativo di liberarsi prova a schiacciare la sua ombra sul terreno che lo ha stancato, ricordandogli che è prigioniero di un’immagine che sembra essere sua, ma in cui non si riconosce perché lo segue, lo tortura, ma non gli appartiene.. questo è il Perbenismo..
Questi sono gli effetti del perbenismo, e diventiamo costretti proprio dalle nostre libertà, dalla nostra incapacità nel viverle che diventa come un estenuante travaglio notturno, è un parto, bloccandoci. Perdiamo quotidianamente secchiate d’essenza, in nome del nulla chiamato perbenismo…
Dove sono le montagne, il mare e le nuvole, o i falò che ardono, l’orologio nella nostra vita dovrebbe essere un laccio per i capelli e il tempo sedotto e ubriaco dovrebbe ancora dormire non andando a lavoro, lasciando l’ufficio della vecchiaia chiuso, voglio l’ ufficio della vecchiaia chiuso perché sto vivendo l’oggi, almeno per oggi.
Il perbenismo crea false tranquillità, nell’affannata ricerca di dover piacere, di non dover deludere a tutti i costi, di dover essere meglio di ciò che siamo, o mostrare di più proprio per ciò che non abbiamo. noi vogliamo questo mostrare di più di quello che non abbiamo.
Tutto questo diventa malato bipolarismo ossessivo e permanente, il perbenismo diventa colla, un grande cineasta creatore di routine formidabili che come le ruote per criceti ci fanno correre, correre solo per stancarci però, dandoci la fittizia sensazione di andare in una direzione ma che invece non ci portano da nessuna parte, non c’è arrivo, dobbiamo solo pensare a corrrere e vedere ciò che abbiamo davanti senza raggiungerlo mai.
Quando ciò che crediamo di essere supera la realtà, allora la nostra vita sembra FORMIDABLE, ed è paragonabile a un venditore di pesanti coperte di lana in una spiaggia estiva a mezzogiorno, ostinato nel convincerti che acquistandole avrai un vantaggio, perché comunque prima o poi ti dice che serviranno, “quel prima o poi” però troppo spesso non esiste, e proprio come le nostre quotidiane e affannate corse verso l’inutile apparire non diventa altro che un peso soffocante.
Dovremmo tornare a vivere e respirare sorridendo, privi di qualunque forma di perbenismo che uccide la nostra figlia prediletta, la nostra libertà.
E con questa riflessione vi saluto.
I Minuti d’audio Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti.
Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza opera del maestro Egon Schiele, che delizioso cronista visionario.
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